VeneziaCamp e il volto futuro della città
Riporto un mio articolo uscito su La Nuova Venezia qualche giorno fa sulla manifestazione VeneziaCamp 2010. Fatemi sapere che ne pensate!
Si è conclusa la manifestazione del Venezia Camp che è stata punto d’incontro e di scambio dei maggiori blogger italiani e stranieri e luogo accentratore per la presentazione di nuove tecnologie.
Un evento che è diventato un’opportunità, un’occasione per riproporre Venezia sotto un altro aspetto, per formulare una prospettiva differente per il futuro di questa città: eliminata la solita icona turistica della cartolina con la gondola, il Venezia Camp tende a catapultare Venezia nell’intrinseca rete del web come luogo di cultura e di innovazione.
L’Arsenale, così, si è trasformato per qualche giorno in un brulichio di persone spinte da un interesse comune, riunite da un vento rinnovatore. Ma che cos’è un barcamp di cui Venezia si è fatta promotrice e teatro? Il barcamp nasce come una necessità da parte dei fruitori del web, di coloro che si appoggiano a un sistema comunicativo ormai pervasivo, di incontrarsi per discutere liberamente dei processi innovativi della rete e dello sviluppo dei social network.
Si svolge attraverso un meccanismo di non conferenze aperte di cui i contenuti sono proposti dagli stessi partecipanti e alle quali possono intervenire o assistere tutti, in una sorta di scambievole collaborazione.
Gli argomenti non si riferiscono meramente agli sviluppi tecnologici del sistema ma anche ne esplorano le criticità coinvolgendo i rapporti sociali e identificativi, l’uso delle community da parte dei minori, l’approccio educazionale fino ad arrivare, naturalmente, all’applicazione nel mondo degli affari.
Dunque la comunicazione virtuale richiede e ricerca una comunicazione reale, visiva, personale. Le discussioni aperte negli infiniti spazi dei social network si materializzano nelle tese dell’Arsenale dove dalla simulazione si passa a un confronto diretto. Ma l’esperienza non si conclude qui, questa è solo una parte del processo che trova il suo acume nella trasmissione in tempo reale delle non conferenze nel web, con l’unico e lodevole scopo di rendere partecipanti attivi tutti coloro che non sono potuti intervenire al barcamp.
Ed ecco allora che Venezia, luogo ospitante della manifestazione, viene proiettata in un futuro possibile, entra nella rete arrivando in ogni luogo e finalmente si libera della patina di cipria da Vecchia Signora e si riveste di nuovi panni più comodi. Venezia può essere nuovamente centro catalizzatore di culture?
Sicuramente sì, sostenendo eventi di questo genere che regalano momenti molto importanti di collegamento tra questa città e il resto del mondo, un campo ancora inesplorato e forse poco riconosciuto di turismo tecnologico.
Autori Veneti e la ricetta nel cassetto Wikipedia sta morendo?
2 thoughts on “VeneziaCamp e il volto futuro della città”
Interessantissimo punto di vista. Un’analisi puntuale e acuta delle dianamiche di questo evento innovativo per Venezia.
Complimenti!
il segreto cara samantha sta proprio secondo me nel non tradire lo spirito stesso dell’arsenale e la sua storia
durante la mia visita durante il mare maggio ho potuto grattar via dai muri delle impressioni rimaste depositate e te le riporto qui sotto ….in copia le ho lasciate al nostro primo cittadino con dedica e preghiera di tutelare spirito e funzione del luogo
quando si armavano navi ogni lavoratore sapeva di essere coartefice della vittoria anche il cordaio e il senso di fierezza e di onore motivavano e alzavano qualità del prodotto e del lavoro
ARCHI MERLATI
CAVALIERI D’ACQUA
VEGLIAN SU VASCHE
MADRI E SEGRETE
ANCORA
SENTO
LE GRIDA
SROTOLARSI
E CIME
E CAVI
E VOCI
ATTORCIGLIARSI
SULL’ECO BELLICOSA DEI MARTELLI
SILENZIO ORA COMPRIME
FERRO E ANTICO SUDORE
IN UNICO RICORDO
IN UNICA LEGGENDA
DA QUI VORREI VARARMI VELE AL SOLE
MENTRE MIOPI NIPOTI
SVENDON RAPACI AL MONDO
PREZIOSI COCCI
DELLA CITTA’ CHE RESTA
anita menegozzo